«Atlas» at the Industry Village in Les Arcs

Il film «Atlas», prodotto da Imagofilm Lugano, in coproduzione con Climax Films Bruxelles e RSI Radiotelevisione Svizzera, è stato selezionato all’Industry Village del festival Les Arcs in Francia, nella sezione WorkInProgress, assieme ad altri 14 progetti in corso di produzione provenienti da tutta l’Europa. Numerosi gli incontri avvenuti dopo la presentazione del progetto da parte dell’autore e dei produttori. Grazie al festival Les Arcs per aver selezionato «Atlas»!

The film «Atlas», produced by Imagofilm Lugano, in co-production with Climax Films Bruxelles and RSI Radiotelevisione Svizzera, has been selected at the Industry Village of the Les Arcs festival in France, in the WorkInProgress section, together with 14 other ongoing projects from all over Europe. Numerous meetings took place after the presentation of the project by the author and the producers. Thanks to the Les Arcs festival for selecting «Atlas»!

Le film «Atlas», produit par Imagofilm Lugano, en coproduction avec Climax Films Bruxelles et RSI Radiotelevisione Svizzera a été sélectionné avec 14 autres projets en cours de production et provenant de toute l’Europe, dans la section WorkInProgress du festival Les Arcs (France). De nombreuses réunions ont eu lieu après la présentation du projet par l’auteur et les producteurs. Merci au festival Les Arcs d’avoir choisi «Atlas» !

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«Moving Forest» back on TV and online

ITALIANO: Come celebrare al meglio il solstizio d’inverno, ovvero il giorno più corto dell’anno, se non con un tuffo nel magico mondo del cinema più breve? Fin dal 2011, in tutta Europa questo appuntamento ci permette, per un giorno, di sottolineare il valore di questo formato così importante, sorprendente e spesso lontano dalle luci della ribalta. Trampolino di lancio per gli autori di domani o dimensione perfetta per piccole grandi storie narrate da registi di esperienza, preparate occhi e cuori e lasciatevi trasportare in questo viaggio in compagnia di 9 cortometraggi made in CH, tra pianti e risate, commedie e dramma, sogni e realtà dei nostri giovani talenti (testo da rsi.ch). In questa cornice verrà ridiffuso dopo qualche anno anche «Moving Forest», interpretato da Daniele Rampinini e Mona Petri, prodotto da Cinédokké, scritto e diretto da Niccolò Castelli. Una bella occasione per tornare bimbi e sognatori in TV e sul web… Quando? venerdì 21 dicembre a partire dalle 23.40 su LA 2! Coprodotti dalla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, i cortometraggi saranno inoltre disponibili anche online su → Play RSI. → cast & crew di Moving Forest → di più su www.rsi.ch

ENGLISH: Moving Forest” is back on TV and online for the “night of the short film” proposed as every year by RSI Swiss Radio and Television.

In this frame, in fact, will be rebroadcast the short film, starring Daniele Rampinini and Mona Petri, produced by Cinédokké, written and directed by Niccolò Castelli in 2010. A great opportunity to return children and dreamers on TV and on the web…

When? Friday, December 21, starting at 11:40 p.m. on LA 2! The short films will also be available online at → Play RSI.

→ Moving Forest cast and crew

Tutti Giù

  • Written and Directed by Niccolò Castelli
  • Cinematography: Pietro Zuercher
  • Film editing: Claudio Cea
  • Original music composed by Kovlo
  • Sound engineer: Sandro Hess
  • Sound editing and mix: Riccardo Studer
  • Art direction: Nevercrew, Christian Rebecchi, Pablo Togni
  • Production design: Paola Genni
  • Costume design: Laura Pennisi
  • Make-up artist: Assunta Ranieri
  • Casting: Cinédokké
  • Associated casting: Corinna Glaus
  • Acting coach: Lena Lessing
  • First assistant director: Andrea Pagani
  • Script continuity: Francesca Vegezzi
  • Unit manager: Nicole Schwizgebel
  • Associate producer: Abrakadabra Films Zürich, Claudia Wick
  • Produced by Villi Hermann
  • Executive producer: Michela Pini
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Festival TUTTI GIÙ 2012-2016
Festival TUTTI GIÙ 2012-2016

Chi pratica lo sport a livello agonistico, chi ne ha fatto uno stile di vita, chi ci arriva quasi per caso. Chi in mezzo alla folla cerca la forza per conquistarsi attimi di contatto profondo con se stesso e con la natura; chi per le strade si sente a casa e nel caos cerca la famiglia; chi invece trova la pace nel vuoto. Tre giovani “diversi”, speciali, accomunati dalla necessità di doversi confrontare con un mondo “adulto”. Tre giovani che la vita mette alla prova ponendo loro una grande sfida: prendere coscienza di se stessi mantenendo acceso quel fuoco sacro che li fa sentire vivi. Una sfida difficile, che ognuno di essi affronta nella sua solitudine. Vivere, diventare grandi, cercando di non smettere di sognare un futuro tutto loro. Perché il desiderio più forte è vivere la propria passione, vivere per ciò che fa battere il cuore, vivere se stessi in un mondo “non ordinario”. Un film per raccontare un momento della vita in cui ci si sente soli con se stessi, con davanti a sé un grande, splendido e spaventoso vuoto. Una solitaria scelta di percorso fra sogni e paure, successi e sconfitte.

One is a professional athlete. One thinks of sport as a lifestyle. And one gets into sport almost by chance. One, surrounded by the crowd, seeks the inner strength to carve out moments of profound intimacy with self and nature. One feels at home on the street, seeking a family in chaos. And one finds peace in emptiness. Three young people who are “different”, special, but who share a common need to measure up to an “adult” world. Three young people that life puts to a severe test: can they achieve self-awareness, and still nurture that sacred flame which makes them feel alive? It is a massive challenge, which each must face alone. To live, to grow up, while trying not to stop dreaming of a future all your own. Because the strongest desire is to live your own passion, to live for what makes your heart beat faster, to live for yourself in a world that is out of the “ordinary”. A film about the time in your life in which you feel alone with yourself, facing a vast, magnificent and frightening void. A decision about which road to take, made alone between dreams and fears, successes and defeats.

tuttigiu-film.ch

«Atlas» – It’s a wrap!

It’s a wrap!

Ieri ultimo ciak per la prima parte delle riprese di «ATLAS». Matilda, cast e crew, tutti hanno messo tantissima energia in queste tre settimane a Lugano sotto la pioggia. In primavera si continua; buon riposo compagni di viaggio. Grazie!

Yesterday last clap for the first part of the shooting of “ATLAS”. Matilda, cast and crew, all gave a lot of energy in these three weeks in Lugano under the rain. In spring we continue; good rest, fellow travelers. Thank you! Thank you!

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«Atlas» a few days before the shooting

A breve inizieremo a girare un nuovo film. È una storia che ho iniziato a scrivere suppergiù 6 anni fa. Il titolo è – per ora – «ATLAS» e la protagonista avrà il volto, le emozioni e le parole di Matilda De Angelis. Grazie a lei e a tutti gli altri del super cast e della crew per essersi immersi in questa storia.

Ripenso alle prime idee nate in silenzio, buttate giù sul mio taccuino rosso che del taccuino ormai non ha più nemmeno la forma e a tutte le persone che mi hanno accompagnato fino qui con il loro prezioso contributo. Per chi si è “incordato” con me in questo viaggio dalle Alpi all’Atlas sarà un’arrampicata vertiginosa. Che sia una cordata a metà strada fra brividi e stupore. AZIONE, diamine!

For those who do not speak Italian (I apologize to my friends from the French and German part of Switzerland, I’ll write in English): a few lines to say that I am about to start shooting a new film.

The title is – for now – «ATLAS» and the main character will have the shape, the feelings and the words of Matilda De Angelis. A great cast & crew is already at work. Thanks to them, I see the scenes we wrote, erased and wrote again in the past 6 years, come to life. I want to thank everyone who is with me on this amazing journey from the Alps to the Atlas. It will be a dizzying climbing (in the true sense of terms): ACTION, damn!

«Looking for Sunshine» in Swiss theaters

ENGLISH: I am happy to announce that from November 1, 2018, the film I had the opportunity to make with and on the alpine ski champion Lara Gut will be in cinemas in Switzerland. Two premieres, one in Lugano, the other in Zurich, will anticipate the release throughout Switzerland. And soon there will also be screenings abroad. For more information and to keep up to date, I suggest you visit the official website for the film www.lookingforsunshine.ch. Thanks to all the wonderful team that has accompanied us in these 2 years up and down the mountains.

ITALIANO: Sono felice di annunciare che a partire dal primo novembre 2018 il film che ho avuto l’opportunità di realizzare con e su la campionessa di sci alpino Lara Gut sarà nei cinema in Svizzera. Due anteprime, una a Lugano, l’altra a Zurigo, anticiperanno l’uscita in tutta la Svizzera. E presto seguiranno proiezioni anche all’estero. Per maggiori informazioni sempre aggiornare vi consiglio di visitare il sito ufficiale del film www.lookingforsunshine.ch. Grazie a tutto lo splendido team che ci ha accompagnati in questi 2 anni su e giù per le montagne.

→ www.lookingforsunshine.ch

Tutti Giù torna in TV

23 luglio 2018

Sono passati 6 anni 6 dalla prima al Festival di Locarno e stasera Tutti Giù torna in TV. Alcuni dei luoghi di quella Lugano dove abbiamo girato non esistono più: vecchi stabili sono stati demoliti, altri – come il passaggio a livello della stazione – vengono rinnovati proprio in questi mesi, il senso di marcia in alcune vie è stato invertito.

Le storie vissute da una generazione fra le sue vie però sono le stesse e Lugano sta accettando l’idea di diventare una città.

Presto tornerò a un film di finzione ed è bello fare questo giro di boa con la replica notturna di «Tutti Giù». Stasera alle 23.20 su RSI La1. Per chi ne avesse voglia, buona visione.

→ tuttigiu-film.ch per vederlo in VOD, foto e tanto altro
→ maggiori informazioni sul film
→ sul sito rsi.ch

Lo skate shop del film allestito in un ex mobilificio che ora ha lasciato spazio a una nuova palazzina.
Un trick sul muro dello ex-stabile Caritas, anch'esso non c'è più.
Le riprese sul tetto dell'autosilo di Via Balestra con il supporto della Nevercrew.

© N. Castelli, Paranoiko pictures – 2017

Ermanno Olmi

7 maggio 2018

Il cinema leale con la vita me l’ha mostrato Ermanno Olmi. Era il 2004, un po’ per caso ho frequentato un laboratorio di cinema ad Arzo tenuto da lui. Compito per gli studenti: scendere per strada e raccogliere una “postazione per memoria”. Io realizzai «Corso Elvezia», uno dei miei primi lavori di questo genere.

Il fine settimana con Olmi mi fece capire che dietro ad ogni fotogramma ci può essere tanta curiosità per la vita; che la cinepresa è il mezzo, quel che conta è ciò che capita oltre l’obiettivo. Ogni storia ha il suo modo per essere raccontata, una volta è un documentario, l’altra un film di finzione, l’altra ancora un libro. Olmi ti spingeva a osservare ogni piccolo dettaglio di ciò che avevi davanti, anche di tutto ciò che credevi di conoscere già.

Arzo (CH), ottobre 2004

Quando gli chiedevi se il suo cinema raccontasse la verità lui ti rispondeva che no, al massimo il suo cinema era leale. Leale con la vita.

Dopo il laboratorio in Ticino ho iniziato a frequentare ipotesICinema a Bologna, portato avanti da Olmi con Mario Brenta e frequentato da un gruppo a dir poco eterogeneo di curiosi di cinema. Là “Ermanno” – come lui ci chiedeva di chiamarlo benché noi provassimo un lieve senso di inadeguatezza – era sempre il più giovane e curioso di tutti. Il suo modo di fare cinema raccontava in modo sincero ciò che lui stesso provava nei confronti del mondo che conosceva o voleva scoprire. E così ci spingeva a fare durante i lunghi sabati ad analizzare i nostri cortometraggi. Dovevi imparare a incassare con Olmi ma ciò che ti tornava in dietro era qualcosa che non si trovava nei manuali di cinema. Olmi guardava ogni nostro breve film e faceva mille domande. Era curioso allo stesso modo nel comprendere meglio grandi temi filosofici come nel capire come si fa il pane.

A fine giornata le battute sagaci, ficcanti, accompagnate sempre da un bel pranzo cucinato “in foresteria”, erano il suo modo di ricordarci che non c’era stato giudizio nel dibattere sul lavoro di ognuno e che bisognava rimanere con i piedi piantati per terra.

Curiosità e sincerità con e sul mondo che si vive tutti i giorni, guardato in orizzontale, senza giudizio, senza mai guardare il proprio interlocutore dall’alto ma nemmeno dal basso. Era così Ermanno Olmi. E il suo cinema era altrettanto ad altezza uomo.

Mi mancheranno le sue enormi mani e il suo gran sorriso. Grazie per quanto di inesauribile ci hai regalato.

foto: Repubblica.it (http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2018/05/07/news/ermanno_olmi-195753839/)

© N. Castelli, Paranoiko pictures – 2017

4 marzo 2018

Mi sono a lungo chiesto come fare a riassumere umori, pensieri, riflessioni, frustrazioni e timori degli ultimi mesi in poche righe. Sono settimane che vorrei scriverle, forse solo per me, per non arrivare a domenica prossima 4 marzo senza averlo fatto. Ma sono settimane che tergiverso: mi dedico sia per strada che in rete ai singoli temi sollevati dall’iniziativa, rispondo e cerco di promuovere certe riflessioni, mi attivo per quel poco che posso su alcuni fronti ma non riesco a riassumere tutto in qualcosa di personale che rimanga lì in una paginetta o meno.

L’iniziativa NoBillag mi ha permesso, o forse mi ha costretto, di vedere con occhi nuovi al mio Paese, la Svizzera. Benché non sia un dipendente della RSI e formalmente non lo sia mai stato, a 15 anni ho iniziato lì un percorso professionale e di vita fatto di collaborazioni, scambi, incontri e scontri con l’ente radiotelevisivo nazionale; sì, con la RSI e più in generale la SRG SSR. Se vado più indietro poi, posso dire che il mio rapporto con il Servizio Pubblico RadioTV ha quasi la mia età e non perché abbia un parente “in azienda” ma perché da quando ho memoria ho ricordi legati in qualche modo alle produzioni della regione in cui sono cresciuto.

Il 4 marzo compirò 36 anni e posso dire quindi di averli passati anche in compagnia del Servizio Pubblico. E per questo lo ringrazio. Per l’amor del cielo, la RSI non è stata LA mia vita, ma parte di essa di sicuro. C’è stato e continua ad esserci tanto altro. E quella di rimanere indipendente è stata una mia scelta e sono contento di poter fare una mia strada. Ciò non toglie che, qualunque cosa accadrà domenica prossima, la ringrazio. Con un po’ di nostalgia e un po’ di coraggio, perché quel che abbiamo vissuto negli ultimi mesi lascia una cicatrice. Io, che da quando son bimbo vado orgoglioso delle mie di cicatrici, so che si può uscire più forti da certi sberloni, ma dopo aver lasciato il tempo necessario perché se ne guarisse. Come con un famigliare o gli amici delle elementari, la RSI l’ho amata e criticata, mi sono piaciute alcune sue caratteristiche e altre no, mi ha accompagnato in tanti momenti mentre in altri ho voluto proseguire da solo perché un po’ annoiato della sua presenza. Come tutto ciò che ci è molto vicino fin da subito, ha contribuito alla mia crescita, nel bene e nel male, ed è parte in causa di ciò che sono ora. Non so se sia stato un aspetto positivo che io perdessi qualche ora della mia adolescenza guardando le puntate di MacGyver, ricordo però con grande piacere quando con la mia classe di quinta elementare partecipammo (e vincemmo) a Big Box, con “il Seve” che a quei tempi più che performance sportive commentava i giochi di noi bambini in diretta tv. 

Quando a 15 anni, dopo aver tanto insistito, nella pausa estiva fra la prima e la seconda liceo, a Besso quelli di Rete Tre mi misero un microfono e un Revox (una macchina per montare le bobine audio) fra le mani ancora non lo sapevo che stavo muovendo il primo passo verso ciò che oggi è la mia vita. Non posso sapere quanto il pubblico radiofonico abbia apprezzato questa lunga e scoordinata presenza: probabilmente c’è chi ha amato certi programmi, altri meno. Ma sapere che ancora oggi va in onda BandZonAir mi rende un poco orgoglioso. E così, per me, poter andare e raccontare il Palèo Festival, il Montreux, il Festival di Locarno, poter fare lo staggista con Paolo, FAT! con Chià e Yari, Metropolis con una ciurma sempre diversa e operosa, parlare di vecchio cinema con Ale, mettere dischi nel cuore della notte e condividere così la mia grande passione per la musica, è stato un privilegio, un onore, un piacere e uno splendido lavoro. Ho passato ore e ore a far montaggi e tradurre interviste, non ero mai contento dei livelli e della sonorizzazione benché sapessi che a casa la maggior parte degli ascoltatori aveva una piccola radio mono accanto all’aspiratore in cucina. E così anche oggi, dopo qualche anno, passo le ore a mettere a posto un paio di suoni nel montaggio di un documentario per Storie con lo stesso spirito, conscio che in tanti quel documentario lo guarderanno sul loro tablet comodamente sotto le coperte magari con il volume al minimo per non svegliare i vicini. Tante avventure che mi hanno permesso di conoscere centinaia di persone, dentro e fuori la RSI, colleghi, tecnici, professionisti, interlocutori, ascoltatori, spettatori; avventure che oggi mi contraddistinguono in ciò che sono in positivo e nei miei tanti difetti. Tante avventure che se fossi nato già solo ad Andermatt o a Monza forse non avrei mai fatto. Forse, non posso saperlo. Avventure che potrebbero essere state migliori o peggiori, avventure per, con, da e in contrasto con un’azienda che è perfettibile, si mostra sì con alcune rughe e un po’ di ciccetta, ma che di sogni, storie, emozioni, passato presente e futuro ne racconta tante ogni giorno.

Benché questo attacco a qualcosa di vicino alla nostra identità e formazione, non solo la mia (e di questo ne sono certo), faccia male, a domenica arriverò con una nuova dose di coscienza e fiducia; arriverò conscio del fatto che esiste una Società Civile composta di persone che conoscono la differenza fra un bene nostro perché comune e un bene nostro perché individuale. E l’ho percepito in chi si è adoperato anche solo nel pensiero nella campagna per il NO a titolo volontario, con creatività e tempo perché solido in questo valore. Una Società Civile che forse ha dovuto prendere una cantonata per risvegliarsi e metterci la faccia, che forse si è rimboccata le maniche troppo tardi, ma che c’è e che se non smetterà di promuovere il bello, il pensiero, l’intelletto e le emozioni sane, condivise, potrà far tornare un poco di fiducia in tanti, troppi, che purtroppo – e qui sta la colpa di chi ha marciato in questo senso ma anche di chi non ha saputo difenderla – hanno perso la fiducia e cercano di sopravvivere convinti che non sia rimasto qualche sogno a cui ambire.

Lo spero, me lo auguro, per il mio prossimo giro di boa, il 4 marzo. Per tutti, anche per chi verrà e spero potrà vivere quel che ho vissuto io.

ps.: vien male perché vorrei citare tante persone, tanti luoghi, ricordi e in poche righe è dura. So che non si offende nessuno, ho preso un mazzo di ricordi fra gli innumerevoli a disposizione.

pps.: nella foto, il bambo con Badly Drawn Boy al Palèo Festival 2003. 

© N. Castelli, Paranoiko pictures – 2017

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