Quella vecchia maglietta del Living Room Club

Qualche giorno fa durante un mini trasloco ho ritrovato una vecchia maglietta del Living Room. Era la maglietta creata in occasione delle notti speciali del Living Room al Grand Hotel di Locarno durante il festival del film, credo fosse il 2001. Non ricordavo di averla. È old style, un po’ fuori moda. Nera e bianca, al centro è stampato il logo del club, quel logo proiettato per anni alle spalle dei dj che hanno calcato il suo palco, un piccolo televisore retrò con le bolle accompagnato dalla semplice scritta arancio-bianco-nera: LIVING ROOM.

L’ho indossata e mi andava stretta.

Non mi é facile scrivere due righe per salutare il living. Pensieri contrastanti mi passano per la testa assieme a ricordi ed emozioni lunghi 20 anni. Il passato delle serate fisse al living si confonde con un presente in cui le notti da Mauri e Jamf erano diventate più sporadiche.

Come la mia t-shirt, il Living Room forse iniziava ad andar stretto. Forse non era più abbastanza grande per vestire le notti lunganesi di chi vuole sempre più eventi da “place-to-be” e non è particolarmente attratto da una proposta musicale fuori dai propri schemi. Il mondo “social” sta spingendo a fare e consumare ciò che già è stato detto ci piacerà, ciò che è stato condiviso a priori e non porta rischi. Va stretta l’idea di una notte con una proposta musicale che magari non ha nulla a che vedere con il nostro gusto; una serata durante la quale il miglior ripiego è una partita al trözz – che personalmente sono riuscito a perdere nel 100% delle sfide – e due chiacchiere, in quell’ora della notte in cui la batteria dello smartphone è al 2% costringe a vivere il presente.

Il Living Room era diventato old style. Il living non tempestava i social di immagini, storie, inviti, snapchat. Non ci trovavi il privé, ne la guest list e neppure l’influencer. Ci trovavi gente normale, quella che “al living ci entro anche io con addosso un paio di jeans e un maglione”. Non faceva distinzioni; dal metallaro al rockabilly passando per quelli “normali”, non sapevi cosa aspettarti mentre salivi quella prima rampa di scale diretto verso il dancefloor o il bancone. Al living una volta entrato eri spinto a farti prima di tutto un giro di perlustrazione, scoprire la serata perché quel che ti proponeva non l’avevi già assaggiato in anticipo sullo smartphone. Era old style in questo, ma non ancora abbastanza per essere vintage.

Nel nostro armadio troppo zeppo di offerte e controfferte in cui una città di gran lunga troppo protagonista la fa da padrona il posto per i capi più particolari è poco. Le nuove proposte culturali nate e cresciute nel loro grande piccolo fanno purtroppo da contorno a una città che si può permettere cachet troppo onerosi per un privato, che può elargire spettacoli gratuitamente o a basso prezzo e andare “in rosso”, concedersi permessi speciali, bloccare una strada e deviare il traffico. La città con il suo lungolago concesso praticamente solo a sé stesso, le piazze d’estate, i locali per la musica live utilizzati per un suo cartellone batte ogni concorrenza. Se poi questo ruolo la città lo gioca piuttosto bene ecco che tutto il resto lentamente scompare. Ci piace, ne approfittiamo tutti e di certo non ci siamo annoiati in questi ultimi anni. Ma forse dovremmo anche ricordarci e ricordare che il ruolo della città dovrebbe – anche – essere un altro: mettere a disposizione mezzi e spazi è creare il contesto per cui quanto ancora non si conosce si possa esprimere in modo indipendente.

Sta di fatto che il Living Room, ci siamo dimenticati di averlo. Lo tiravamo fuori dall’armadio come il maglione di lana solo per le feste di Natale (imperdibile il Natale al living) e per qualche after senza pensare che se non lo indossi, un capo a cui tieni, si infeltrisce e poi lo devi buttare.

L’altro giorno quella t-shirt me la sono messa. Ho sentito un riverbero. Indossarla mi ha ricacciato in ricordi molto personali, a partire da quando nel living di Massagno, sold out con 30 persone, conobbi i “miei” primi dj local, alcuni dei quali poi divennero maestri e amici in radio, fin agli ultimi concerti live quando ci andavo a scoprire band o nuovi dischi e mi ritrovavo a chiacchierare con vecchi amici nel fumoir che sempre a fatica ho sopportato.

Al Living Room ho suonato con la band MUSh davanti a un vero pubblico le canzoni composte in cantina. Sempre al living ho girato i miei dischi preferiti in alcune serate brit. Vi ho pure messo in scena momenti di uno dei miei primi cortometraggi e il piano sequenza centrale del mio primo lungometraggio. Al Living Room ho preso grandi sbronze e ho pure ballato, sì, ballato io che “ci vuole assai prima di farmi ballare”. E così l’abbiamo salutato tutti, ballando.

Ognuno ha i suoi ricordi sul living ed è bello leggerli in questi giorni, seppur con nostalgia e la triste consapevolezza che Lugano oggi è più povera. Assieme ad altre realtà indie sta scomparendo l’offerta per qualcosa di non omologato e istituzionale. E fa male pensare che un ventenne oggi di Lugano non abbia, per ora, un living room come lo abbiamo avuto noi. Che sia uno stimolo a rimboccarsi le maniche per lottare e produrre nuovo ossigeno, vibrazioni e libertà. Il party di chiusura è finito, io la maglietta la rimetto nell’armadio. È parte del mio passato e mi ha portato fino a qui. Voglio che l’eco di tutte quelle serate al living continui a risuonare nel mio armadio. 

Con un sentito grazie a Jamf, Mauri e tutti coloro che hanno dato vita al Living Room Club Lugano.

07.05.2010, l'ultima volta che con i MUSh suonai sul palco del Living Room (foto Mauro Boscarato)
14.9.2012, al secondo piano del Living si scorge il manifesto di Tutti Giù (foto Archivio CdT)
Agosto 2001, credo. La t-shirt per "Living Room al Grand Hotel" di Locarno
18.5.2019, l'ultima notte al Living Room Club

© N. Castelli, Paranoiko pictures – 2017

«Atlas» featured by Swiss Films in Cannes

We are very pleased that the Swiss film promotion agency has selected “Atlas” among the “expected movies” presented at the next Cannes Film Festival.

Read the e-Booklet Cannes 2019 and discover new Swiss films coming up soon and promising films in production, including “Atlas“.

→ read more about «Atlas»
→ the Swiss Films e-Booklet Cannes 2019

«Atlas» at the Industry Village in Les Arcs

Il film «Atlas», prodotto da Imagofilm Lugano, in coproduzione con Climax Films Bruxelles e RSI Radiotelevisione Svizzera, è stato selezionato all’Industry Village del festival Les Arcs in Francia, nella sezione WorkInProgress, assieme ad altri 14 progetti in corso di produzione provenienti da tutta l’Europa. Numerosi gli incontri avvenuti dopo la presentazione del progetto da parte dell’autore e dei produttori. Grazie al festival Les Arcs per aver selezionato «Atlas»!

The film «Atlas», produced by Imagofilm Lugano, in co-production with Climax Films Bruxelles and RSI Radiotelevisione Svizzera, has been selected at the Industry Village of the Les Arcs festival in France, in the WorkInProgress section, together with 14 other ongoing projects from all over Europe. Numerous meetings took place after the presentation of the project by the author and the producers. Thanks to the Les Arcs festival for selecting «Atlas»!

Le film «Atlas», produit par Imagofilm Lugano, en coproduction avec Climax Films Bruxelles et RSI Radiotelevisione Svizzera a été sélectionné avec 14 autres projets en cours de production et provenant de toute l’Europe, dans la section WorkInProgress du festival Les Arcs (France). De nombreuses réunions ont eu lieu après la présentation du projet par l’auteur et les producteurs. Merci au festival Les Arcs d’avoir choisi «Atlas» !

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«Moving Forest» back on TV and online

ITALIANO: Come celebrare al meglio il solstizio d’inverno, ovvero il giorno più corto dell’anno, se non con un tuffo nel magico mondo del cinema più breve? Fin dal 2011, in tutta Europa questo appuntamento ci permette, per un giorno, di sottolineare il valore di questo formato così importante, sorprendente e spesso lontano dalle luci della ribalta. Trampolino di lancio per gli autori di domani o dimensione perfetta per piccole grandi storie narrate da registi di esperienza, preparate occhi e cuori e lasciatevi trasportare in questo viaggio in compagnia di 9 cortometraggi made in CH, tra pianti e risate, commedie e dramma, sogni e realtà dei nostri giovani talenti (testo da rsi.ch). In questa cornice verrà ridiffuso dopo qualche anno anche «Moving Forest», interpretato da Daniele Rampinini e Mona Petri, prodotto da Cinédokké, scritto e diretto da Niccolò Castelli. Una bella occasione per tornare bimbi e sognatori in TV e sul web… Quando? venerdì 21 dicembre a partire dalle 23.40 su LA 2! Coprodotti dalla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, i cortometraggi saranno inoltre disponibili anche online su → Play RSI. → cast & crew di Moving Forest → di più su www.rsi.ch

ENGLISH: Moving Forest” is back on TV and online for the “night of the short film” proposed as every year by RSI Swiss Radio and Television.

In this frame, in fact, will be rebroadcast the short film, starring Daniele Rampinini and Mona Petri, produced by Cinédokké, written and directed by Niccolò Castelli in 2010. A great opportunity to return children and dreamers on TV and on the web…

When? Friday, December 21, starting at 11:40 p.m. on LA 2! The short films will also be available online at → Play RSI.

→ Moving Forest cast and crew

Tutti Giù

  • Written and Directed by Niccolò Castelli
  • Cinematography: Pietro Zuercher
  • Film editing: Claudio Cea
  • Original music composed by Kovlo
  • Sound engineer: Sandro Hess
  • Sound editing and mix: Riccardo Studer
  • Art direction: Nevercrew, Christian Rebecchi, Pablo Togni
  • Production design: Paola Genni
  • Costume design: Laura Pennisi
  • Make-up artist: Assunta Ranieri
  • Casting: Cinédokké
  • Associated casting: Corinna Glaus
  • Acting coach: Lena Lessing
  • First assistant director: Andrea Pagani
  • Script continuity: Francesca Vegezzi
  • Unit manager: Nicole Schwizgebel
  • Associate producer: Abrakadabra Films Zürich, Claudia Wick
  • Produced by Villi Hermann
  • Executive producer: Michela Pini
Festival TUTTI GIÙ 2012-2016
Festival TUTTI GIÙ 2012-2016

Chi pratica lo sport a livello agonistico, chi ne ha fatto uno stile di vita, chi ci arriva quasi per caso. Chi in mezzo alla folla cerca la forza per conquistarsi attimi di contatto profondo con se stesso e con la natura; chi per le strade si sente a casa e nel caos cerca la famiglia; chi invece trova la pace nel vuoto. Tre giovani “diversi”, speciali, accomunati dalla necessità di doversi confrontare con un mondo “adulto”. Tre giovani che la vita mette alla prova ponendo loro una grande sfida: prendere coscienza di se stessi mantenendo acceso quel fuoco sacro che li fa sentire vivi. Una sfida difficile, che ognuno di essi affronta nella sua solitudine. Vivere, diventare grandi, cercando di non smettere di sognare un futuro tutto loro. Perché il desiderio più forte è vivere la propria passione, vivere per ciò che fa battere il cuore, vivere se stessi in un mondo “non ordinario”. Un film per raccontare un momento della vita in cui ci si sente soli con se stessi, con davanti a sé un grande, splendido e spaventoso vuoto. Una solitaria scelta di percorso fra sogni e paure, successi e sconfitte.

One is a professional athlete. One thinks of sport as a lifestyle. And one gets into sport almost by chance. One, surrounded by the crowd, seeks the inner strength to carve out moments of profound intimacy with self and nature. One feels at home on the street, seeking a family in chaos. And one finds peace in emptiness. Three young people who are “different”, special, but who share a common need to measure up to an “adult” world. Three young people that life puts to a severe test: can they achieve self-awareness, and still nurture that sacred flame which makes them feel alive? It is a massive challenge, which each must face alone. To live, to grow up, while trying not to stop dreaming of a future all your own. Because the strongest desire is to live your own passion, to live for what makes your heart beat faster, to live for yourself in a world that is out of the “ordinary”. A film about the time in your life in which you feel alone with yourself, facing a vast, magnificent and frightening void. A decision about which road to take, made alone between dreams and fears, successes and defeats.

tuttigiu-film.ch

«Atlas» – It’s a wrap!

It’s a wrap!

Ieri ultimo ciak per la prima parte delle riprese di «ATLAS». Matilda, cast e crew, tutti hanno messo tantissima energia in queste tre settimane a Lugano sotto la pioggia. In primavera si continua; buon riposo compagni di viaggio. Grazie!

Yesterday last clap for the first part of the shooting of “ATLAS”. Matilda, cast and crew, all gave a lot of energy in these three weeks in Lugano under the rain. In spring we continue; good rest, fellow travelers. Thank you! Thank you!

→ more about ATLAS

«Atlas» a few days before the shooting

A breve inizieremo a girare un nuovo film. È una storia che ho iniziato a scrivere suppergiù 6 anni fa. Il titolo è – per ora – «ATLAS» e la protagonista avrà il volto, le emozioni e le parole di Matilda De Angelis. Grazie a lei e a tutti gli altri del super cast e della crew per essersi immersi in questa storia.

Ripenso alle prime idee nate in silenzio, buttate giù sul mio taccuino rosso che del taccuino ormai non ha più nemmeno la forma e a tutte le persone che mi hanno accompagnato fino qui con il loro prezioso contributo. Per chi si è “incordato” con me in questo viaggio dalle Alpi all’Atlas sarà un’arrampicata vertiginosa. Che sia una cordata a metà strada fra brividi e stupore. AZIONE, diamine!

For those who do not speak Italian (I apologize to my friends from the French and German part of Switzerland, I’ll write in English): a few lines to say that I am about to start shooting a new film.

The title is – for now – «ATLAS» and the main character will have the shape, the feelings and the words of Matilda De Angelis. A great cast & crew is already at work. Thanks to them, I see the scenes we wrote, erased and wrote again in the past 6 years, come to life. I want to thank everyone who is with me on this amazing journey from the Alps to the Atlas. It will be a dizzying climbing (in the true sense of terms): ACTION, damn!

«Looking for Sunshine» in Swiss theaters

ENGLISH: I am happy to announce that from November 1, 2018, the film I had the opportunity to make with and on the alpine ski champion Lara Gut will be in cinemas in Switzerland. Two premieres, one in Lugano, the other in Zurich, will anticipate the release throughout Switzerland. And soon there will also be screenings abroad. For more information and to keep up to date, I suggest you visit the official website for the film www.lookingforsunshine.ch. Thanks to all the wonderful team that has accompanied us in these 2 years up and down the mountains.

ITALIANO: Sono felice di annunciare che a partire dal primo novembre 2018 il film che ho avuto l’opportunità di realizzare con e su la campionessa di sci alpino Lara Gut sarà nei cinema in Svizzera. Due anteprime, una a Lugano, l’altra a Zurigo, anticiperanno l’uscita in tutta la Svizzera. E presto seguiranno proiezioni anche all’estero. Per maggiori informazioni sempre aggiornare vi consiglio di visitare il sito ufficiale del film www.lookingforsunshine.ch. Grazie a tutto lo splendido team che ci ha accompagnati in questi 2 anni su e giù per le montagne.

→ www.lookingforsunshine.ch

Tutti Giù torna in TV

23 luglio 2018

Sono passati 6 anni 6 dalla prima al Festival di Locarno e stasera Tutti Giù torna in TV. Alcuni dei luoghi di quella Lugano dove abbiamo girato non esistono più: vecchi stabili sono stati demoliti, altri – come il passaggio a livello della stazione – vengono rinnovati proprio in questi mesi, il senso di marcia in alcune vie è stato invertito.

Le storie vissute da una generazione fra le sue vie però sono le stesse e Lugano sta accettando l’idea di diventare una città.

Presto tornerò a un film di finzione ed è bello fare questo giro di boa con la replica notturna di «Tutti Giù». Stasera alle 23.20 su RSI La1. Per chi ne avesse voglia, buona visione.

→ tuttigiu-film.ch per vederlo in VOD, foto e tanto altro
→ maggiori informazioni sul film
→ sul sito rsi.ch

Lo skate shop del film allestito in un ex mobilificio che ora ha lasciato spazio a una nuova palazzina.
Un trick sul muro dello ex-stabile Caritas, anch'esso non c'è più.
Le riprese sul tetto dell'autosilo di Via Balestra con il supporto della Nevercrew.

© N. Castelli, Paranoiko pictures – 2017

Ermanno Olmi

7 maggio 2018

Il cinema leale con la vita me l’ha mostrato Ermanno Olmi. Era il 2004, un po’ per caso ho frequentato un laboratorio di cinema ad Arzo tenuto da lui. Compito per gli studenti: scendere per strada e raccogliere una “postazione per memoria”. Io realizzai «Corso Elvezia», uno dei miei primi lavori di questo genere.

Il fine settimana con Olmi mi fece capire che dietro ad ogni fotogramma ci può essere tanta curiosità per la vita; che la cinepresa è il mezzo, quel che conta è ciò che capita oltre l’obiettivo. Ogni storia ha il suo modo per essere raccontata, una volta è un documentario, l’altra un film di finzione, l’altra ancora un libro. Olmi ti spingeva a osservare ogni piccolo dettaglio di ciò che avevi davanti, anche di tutto ciò che credevi di conoscere già.

Arzo (CH), ottobre 2004

Quando gli chiedevi se il suo cinema raccontasse la verità lui ti rispondeva che no, al massimo il suo cinema era leale. Leale con la vita.

Dopo il laboratorio in Ticino ho iniziato a frequentare ipotesICinema a Bologna, portato avanti da Olmi con Mario Brenta e frequentato da un gruppo a dir poco eterogeneo di curiosi di cinema. Là “Ermanno” – come lui ci chiedeva di chiamarlo benché noi provassimo un lieve senso di inadeguatezza – era sempre il più giovane e curioso di tutti. Il suo modo di fare cinema raccontava in modo sincero ciò che lui stesso provava nei confronti del mondo che conosceva o voleva scoprire. E così ci spingeva a fare durante i lunghi sabati ad analizzare i nostri cortometraggi. Dovevi imparare a incassare con Olmi ma ciò che ti tornava in dietro era qualcosa che non si trovava nei manuali di cinema. Olmi guardava ogni nostro breve film e faceva mille domande. Era curioso allo stesso modo nel comprendere meglio grandi temi filosofici come nel capire come si fa il pane.

A fine giornata le battute sagaci, ficcanti, accompagnate sempre da un bel pranzo cucinato “in foresteria”, erano il suo modo di ricordarci che non c’era stato giudizio nel dibattere sul lavoro di ognuno e che bisognava rimanere con i piedi piantati per terra.

Curiosità e sincerità con e sul mondo che si vive tutti i giorni, guardato in orizzontale, senza giudizio, senza mai guardare il proprio interlocutore dall’alto ma nemmeno dal basso. Era così Ermanno Olmi. E il suo cinema era altrettanto ad altezza uomo.

Mi mancheranno le sue enormi mani e il suo gran sorriso. Grazie per quanto di inesauribile ci hai regalato.

foto: Repubblica.it (http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2018/05/07/news/ermanno_olmi-195753839/)

© N. Castelli, Paranoiko pictures – 2017