Pensieri in forma scritta.

Arrivederci Kabul

Afghanistan, 17 novembre 2013. Sono tornato da Kabul da poche ore. Leggo dell’ennesimo attentato suicida di qualche ora fa. Immagino il boato di quell’esplosione: a qualche chilometro di distanza somiglia al tuono di un temporale in avvicinamento. Il grigio di un cupo temporale che ogni sera l’Afghanistan vive da più di trent’anni. Eppure, ogni mattina pare splendere un nuovo sole.

un anno fa

Un anno fa, ora, tanti amici e curiosi erano già incolonnati fuori dalla Sala per la prima assoluta di Tutti Giù al Festival del Film di Locarno. Non avevo pensieri ben precisi, il mio neurone era una pallina da ping pong.

A Kabul tutto bene, e si va avanti

Ti alzi dopo una delle notti più silenziose di tutte quelle vissute qui a Kabul. Il pensiero e le chiacchiere fra di noi, davanti a una splendida insalata di frutta, è in costante ping pong, sballottato fra il volersi ripetere quanto è bello questo posto, quanto concreto ciò che il CICR fa, e l’attacco di ieri a un luogo identico a quello dove ci troviamo ora, a quella guardia, vittima dell’attacco di ieri a Jalalabad e agli altri collaboratori che hanno vissuto un paio d’ore molto dure. E che ora sono accompagnate.

Un giorno in ospedale

Un ospedale, se lo guardi da lontano noti che è un crocevia, è una piazza, una città nella città, è il surrogato di vita e – è il caso di dirlo – di morte, è un cuore pulsante…

Un grande privilegio

Kabul, 4 marzo 2013. È mezzanotte da poco, qui. A casa no, è ancora ieri. Fuori non sento più gli elicotteri, neppure il traffico. E il riverbero del muezzin è scomparso, silenzio. Sì, quella Kabul dei giornali, nel cuore dell’Afganistan. Per un documentario.

Spillo

Sento bussare alla porta dell’Atelier su viale Cassarate, a Lugano. È una giornata uggiosa, una di quelle in cui la luce che filtra fra le

Inseguendo la luna

È il 25 agosto duemiladodici. La sveglia ha suonato alle 5.45, fuori la luna era già scomparsa, albeggiava lontano lontano. L’aereo che mi ha portato

MCA

Gli amici lo sanno, in auto sono uno che non pigia molto sull’acceleratore. Mi sento molto più tartaruga che lepre. Ma tendo a dimenticarmene, soprattutto