È da un po’ di tempo che cerco un modo adatto per riprendere a scrivere con una certa regolarità, e proprio ieri ho trovato un appiglio insperato.
Uno dei motivi perchè da così tanto tempo non scrivo su questo blog è che mi sono trasferito (ancora…). Ricorderete che l’ultimo post l’avevo scritto da un caffè di Berkeley (California) – ecco: da gennaio mi sono trasferito all’università di Binghamton (New York), da dove scrivo ora.
L’appiglio di cui dicevo è che ieri ho ripreso in mano un articolo che, in collaborazione con Simona Settepanella, abbiamo finito di scrivere nello scorso mese di novembre. Ora, se ci date anche solo un’occhiata veloce (è qui) vedrete che non è nulla che, di per se’, possa suscitare particolari suggestioni; però voglio dirvi brevemente perchè a me, nel riprenderlo in mano, è venuta una certa nostalgia… per farlo devo raccontarvi quello che le formule dell’articolo non dicono.
Allora. Mese di Ottobre, Berkeley. Prima di ripartire da Pisa avevo avuto una discussione molto fruttuosa con Simona, e avevamo deciso di scrivere un piccolo articolo per pubblicare le nostre idee. In realtà la maggior parte del lavoro l’abbiamo poi fatto rimbalzandoci via e-mail il testo, e discutendo via skype le difficoltà che sorgevano via via. Ad un certo punto ci eravamo arenati davanti ad un fatto che eravamo convinti essere vero, ma di cui non riuscivamo a trovare una dimostrazione rigorosa e completa (e senza di quella, in matematica si fa ben poco!).
Per sfugire alla disperazione e alla depressione che accompagnano questi momenti, un sabato ho pensato di prendere il traghetto e andare a verdere Sausalito.
Sausalito sta a San Francisco come Gandria sta a Lugano. La differenza è che per arrivarci il traghetto passa davanti all’isola di Alcatraz, che non è proprio la Villa Favorita…
Si tratta di un paesino piccolo in riva alla baia, che ormai vive di turismo e ospita le ville dei manager in cerca di tranquillità e frescura nel finesettimana o in estate.
È un posto pittoresco – direi al limite del kitsch, almeno nel nucleo più vecchio – e se vi capita di andarci vi consiglio di camminare verso Nord, sempre costeggiando la baia, uscendo dal paesino con i negozi d’arte “addomesticata”. Dopo un po’ arrivate a una specie di porticciolo e a un ristorante-bar che sta lì da solo, addirittura un po’ isolato. Ha una terrazza-giardino fenomenale, e fa un caffè spettacolare. Trovato un tavolino libero, ho preso un caffè e mi sono seduto a godermi il panorama, felice che il problema che mi attanagliava da una settimana fosse lontano almeno come tutta la larghezza della baia. E allora, direte voi: com’è che nella foto sopra si vede chiaramente un blocco giallo con una penna e dei geroglifici sospetti?
Sarà stata l’aria fina, o il sole tiepido e sorridente – ma ad un certo punto guardando delle strane piante che erano lì e si muovevano al vento, ho realizzato che una specie di figura del genere poteva forse funzionare per descrivere la situazione che stavamo cercando di chiarire. E infatti, pensandoci un po’ sembrava proprio funzionare. Mettendo per iscritto qualche appunto, ho visto che era proprio l’idea giusta (qui sotto vedete una foto delle piante assieme alla figura, tratta dall’articolo, che dimostra il teorema “incriminato”).
È stato uno di quei (rari) momenti che valgono tutte le settimane spese a riflettere inutilmente e a riempire fogli di carta di segni inutili – e dopo i quali, quando sei sicuro che la cosa funziona, ti metti seduto comodo sulla sedia, guardi la baia e le barche davanti a te e, soddisfatto, non vuoi più avere nulla a che fare con quello che fino a 10 minuti fa sembrava una cosa mostruosa, e ora è una banalità che ti vergogni quasi di dire in giro…
Ora, tenuto conto di tutto questo, e della foto iniziale, capite perchè riprendere in mano quel lavoro mi suscita ricordi assai piacevoli…
E tanto più piacevoli in quanto dove sono adesso il clima non è proprio californiano: ecco come si presentava il ponticello che attraverso a piedi per andare da casa all’università fino alla fine del mese di marzo (!!).
Adesso però sembra (alla buon’ora) che la primavera sia arrivata anche qui: proprio stasera camminando ho sentito per la prima volta il profumo penetrante di una pianta con tantissimi fiorellini rosa scuro che dev’essere appena fiorita – forse addirittura solo oggi!