Ricordo bene quel giorno d’aprile del 1994 quando arrivò anche nel piccolo e ancora non iper-informato Ticino la notizia della scomparsa di Kurt Cobain. Ero con i miei compagni di classe nel “piazzale delle Medie di Canobbio”, luogo di ogni pausa fra una lezione e l’altra a giocare a fare i grandi con i primini. Ero un ragazzino, e Kurt Cobain era la voce mio “mio primo disco”. Nevermind l’avevo acquistato in MusicCassette l’anno prima, con poco più di un anno di ritardo dalla sua uscita. Vent’anni fa un anno non era poi così tanto, quando un LP ancora doveva attraversare l’oceano, finire nel negozio di dischi giù in centro e nel frattempo tu dovevi racimolare la paghetta per il fatidico acquisto. Nevermind. Ce l’avevo io, ce l’aveva l’amico Ste, con il quale ho da subito condiviso una passione per la musica che dura tutt’oggi.
Il primo amore non si scorda mai. Ero un ragazzino, non capivo nulla di musica ma avevo i fratelloni che mi passavano le cassette di Pink Floyd e R.E.M.. Erano tutti dischi che ascoltavo con interesse, mi piacevano, ma non mi pigliavano allo stomaco. Poi, e non chiedetemi come, ho scoperto i Nirvana. È stato amore al primo ascolto. Il primo amore, vero, viscerale, per un sound. La scoperta del grunge è andata da lì a ritroso, gli altri dischi della band e degli altri di Seattle è avvenuta poi, mese dopo mese. Prima c’erano da assorbire tutte le note di quelle canzoni che mi urlavano che forse era finito il momento di essere bambino, era ora di assaggiare l’adolescenza, capire ciò che quel biondo di Aberdeen ci voleva dire mentre cantava “Come as You Are”. E forse la mia adolescenza è iniziata proprio quel giorno, il 5 aprile 1994, 20 anni fa (sic!), con il suicidio di Kurt Cobain.
Dopodiché sono arrivati gli altri, il 1994 è stato l’anno in cui ho scoperto Oasis, Radiohead e Blur, il lutto non è durato tanto. Ma era stato lui, Kurt Cobain, a traghettarmi nel mondo del rock, del mio rock, e non lo dimenticherò mai. Così come non smetterò di vestire di tanto in tanto quel consunto pullover nero slavato di cotone sfilacciato che fa molto grunge e che ha addosso ancora l’odore del Teen Spirit. Come oggi, mentre riapro una delle mie valige, e cerco i vari dischi dei Nirvana, sì, perché dopo aver consunto la cassettina ho pensato bene di prendermelo anche in ciddì… e vinile. Il rammarico? Mai visti dal vivo, sigh. Nevermind.
Qui alcune cose “à propos”…
Sulla sua morte leggi qui, su di lui invece leggi qui o qui o vedi qui.